Cenni critici
STEFANIA BUCCIO GONZATO
Un mondo accessibile a pochi, quello delle donne. Portatrici di vita, amazzoni nel combattimento, grintose e astute giocatrici nella vita; eppure fragili come cristalli appena le scopri. Stefania Buccio Gonzato ci mostra quel mondo attraverso le sue tele, incastonandolo in brevi storie di vita quotidiana: una fanciulla attende solitaria in un bar, quattro amiche s’incontrano a una festa, una madre e una figlia si abbracciano divenendo una cosa sola, una famiglia si mette in posa per la foto ricordo, due turiste arrivano in città.Sono donne generose, dalle forme morbide, i capelli voluminosi e gli occhi grandi; sono piene di speranze, truccate agghindate come bambole, con in testa cappelli talvolta troppo vistosi. Vogliono apparire, essere osservate, ammirate e amate; ma c’è poco tempo e poco spazio. Stanno strette, spalla contro spalla: le loro vesti, le loro gambe, le loro chiome sembrano volersi fondere. Ma non si guardano, sono sole e con i loro pensieri.
Stefania Buccio Gonzato, artista bresciana, vive e lavora a Schio, in provincia di Vicenza. Da sempre vicina al mondo dell’arte, prima con gli studi di Architettura, poi con i lavori in ferro battuto realizzati insieme al marito; nel 1973,incoraggiata dalla famiglia, si avvicina alla pittura figurativa. Pochi anni dopo arriva la sua prima mostra personale a Bassano del Grappa. Da allora il suo percorso artistico l’ha vista crescere, maturare e affinare sia doti che tecniche, avvicinandosi anche alla scultura in bronzo. Ha partecipato a numerose esposizioni e ricevuto apprezzamenti dalla critica e dal mercato.
L’artista pone la scena tutta in primo piano, comprimendo corpi e spazi; solo ogni tanto c’è un stretta di via di fuga verso la città. Con una netta linea nera delinea i profili di volti, architetture e oggetti; con colori corposi, vivaci e brillanti, riempie le ampie zone così tracciate. Giappone toni freddi e caldi e non si cura delle proporzioni, mani grandi, laccate di nero sfiorano e si appoggiano su piccole gote rosee. L’artista esagera, sfiora la caricatura: è la nostra attenzione che vuole.
VITTORIO SGARBI
12 Maggio 1976
TRATTO DALLA LOCANDINA DELLA MOSTRA AVVENUTA PRESSO L'AGENZIA ORTELLI DI SCHIOLa maternità vissuta come figlia e come madre e poi ancora come figlia attraverso i figli. Un sottile intreccio di ricordi dove la fanciullezza è stupita ma protetta dall'amore e dalla fede in un ordine borghese e antico. Il tentativo di capire i motivi della vita non con aggressività , ma piuttosto per mezzo di uno statico e pensoso stupore.Una femminilità , spaventata e ferita dalla nuova violenza di vivere. Una dolce ma precisa ricerca architettonica che, con la perfezione della composizione pittorica ed il colore dei toni, vuole esorcizzare il caos inteso come violenza per così ricreare l'habitat dove la nuova donna possa continuare a vivere.Un dipingere frutto di molti anni di intensa applicazione dove la pennellata e la ricerca cromatica e di masse non sono mai lasciate al caso, dove tuttavia restano dominanti l'istinto profondo e il messaggio dell'artista.
Dr. Architetto Gonzato Bruno
L'autrice dipinge gruppi di donne offuscate da un'ombra di malinconia,che rende i loro sguardi attoniti e annoiati.Sembrano figure avvolte da una sottile ambiguità , con corpi schiacciati sotto i cappelli, abiti e accessori stravaganti.Sono persone che appaiono sole,anche quando stanno insieme o nella confusione,con volti simili a maschere d'occasione ,per uno show da improvvisare in piedi ,seduti o in movimento.Stefania Buccio Gonzato probabilmente, indaga nel quotidiano, peresorcizzarlo da un futuro senza piu' certezze.Come sipario alle recite, la pittrice pone paesaggi contrastanti,glaciali o sereni e città dalle architetture fantastiche,con spezzature prospettiche, cariche di valenze ermetiche, che contribuiscono ad aumentare la suggestione delle ambientazioni e dei soggetti raffiguranti.
ARTE 2005
Opera: GRUPPO DI FAMIGLIA CON PROSPETTIVA
Anno: 2000
Tecnica: olio su tela
Misure: 98x138 cm
Opera: CITTADINE IN PAESE
Anno:1990
Tecnica: olio su tela
Misure:130x130cm
Critica di Paolo Levi
L'impatto dell'immagine è immediato,per l'estrosità dei soggetti e per la vivacità dei colori, spesso vigorosi,forti d'energia,a esprimere la malinconia,i sogni o il rimpianto dipinti sui volti,prevalentemente di donne.Sono tele per lo più stipate,dentro ricercate strutture architettoniche,quelle di Stefania Buccio Gonzato,frutto di una ricerca personale sulle masse figurali e sulle cromie ,non distinguete da una scelta attenta dei contenuti,sempre tesi ad esprimere un messaggio.Un modo interiore femminile ,che la pittrice evoca dall'osservazione della vita quotidiana,in contrasterò tra realtà e speranze,tra amore familiare e desideri d'evasione.Ella si lascia cogliere ed emozionare da ciò che le sta' attorno: volti,espressioni,situazioni interiorizzate,momenti occasionali,che raffigura con spontaneità nei suoi piacevoli quadri.
ARTE 2006
Opera: COLAZIONE AL MONACO
Tecnica: olio su tela
Misure: 50x70 cm
Opera: VENEZIANE AL LIDO
Anno: 2007
Tecnica: olio su tela
Misure: 100x100 cmCritica di Paolo Levi
C'è un'uguale nota di poesia in queste opere sia che la pittrice colga il sogno delle bagnanti sulle rive del Garda ,sia che riprenda nel quadro una scena di lettura in giardino.Dovunque,i segno segue fedele le linee dei personaggi,stipati come in una tela del Seicento,rivelando e un messaggio di tranquilla serenità ( velata forse da un filo di malinconia ), che l 'artista fa suo,inserendolo nel contesto mediatico della propria operazione estetica.Lo charme romantico delle donne ritratte da Stefania Buccio Gonzato si fonde felicemente nell'unità strutturale delle forme, deliziosamente definite e modellate.Il fascino di queste figure,più che dal volto scaturisce dalla dominata voluttà dei corpi,freddi e come irrigiditi nella grazia dei loro atteggiamenti.Lo splendore animato delle scene,cresce e palpitanti,caratterizzano anche psicologicamente l'individualità delle persone rappresentate.
ARTE 2007
Opera: SOGNI SUL GARDA
Anno: 2005
Tecnica: olio su tavola di legno
Misure: 180x90 cm
Opera: LETTURA IN GIARDINO
Anno: 1996
Tecnica: olio su tela
Misure: 60x120cmCritica di Paolo Levi
Colpiscono queste opere per la loro freschezza e sensibilità ,per la sobrietà del segno e la leggerezza formale delle immagini,raffiguranti prevalentemente donne,spesso in malinconia quotidiana.L'autrice,però riesce a far precipitare in loro una luce interiore che proviene dal cuore,attraverso uno sguardo immaginari d 'energia.Le figure di Stefania Buccio Gonzato sono fissate in situazioni di apparente normalità ,tuttavia,con occhi che vanno a pescare nel profondo meno abitudinario.Questi volti femminili,pur possedendo caratteristiche ben individuabili e reali,paiono usciti dalla fantasia del l'autrice proprio per quell'allungarsi dello sguardo,come se dai loro corpi si liberasse un altro da se' ,in gesti,atteggiamenti e posizioni che sembrano inseguire un sogno,immaginario,un desiderio d'eros,fosse per sfuggire all'immobile quotidianità .
ARTE 2008
Opera: CALDO
Anno: 2008
Tecnica: olio su cartoncino
Misure: 38x48 cm
Opera: VENTO
Anno: 2008
Tecnica: olio su cartoncino
Misure: 38x48 cmCritica di Paolo Levi
Per la Gonzato le figure ed il paesaggio smettono di essere una costruzione dell'intelletto e della memoria per diventare espressione di un'emozione pura.Questa artista figurativa moderna che si riallaccia alle nuove espressioni realistiche americane e inglesi, osserva profondamente la natura umana e i suoi sentimenti per ricrearli sulla tela con colori liberi da ogni formalismo. La differenza che passa tra il figurativo storico e quello moderno di questa artista sta' nel fatto nel primo tutto e' di una statica classicità ,mentre nelle opere della Gonzato c'è il dinamismo ottenuto con i colori brillanti, che"bucano" la tela ed escono allo scoperto per narrarci storie di paese,specialmente storie d'amore . Sono opere vive,che raccontano storie piene di fascino, dove gli atteggiamenti delle persone denunciano il loro stato d'animo, come la ragazza bionda dell'opera COLAZIONE AL MOACO del 2007,in primo piano,che sorride a qualcuno davanti a lei e, dietro di lei, ancora la vita di paese.
Arte Italiana Contemporanea 2007
Ed pace Moselle -Bruxelles
Critica di Eraldo Di Vita
Non è un paradosso,quindi le opere di Stefania Buccio Gonzato manifestano un riscontro con la realtà vissuta nella sua autenticità e nella sua complicità,che presenta un manifestarsi ovviamente ben diverso dalla semplice figurazione di tipo impressionistico o più semplicemente realistico,dato che esprimono una visione concettualmente molto più complessa.A cominciare dalla funzione cromatica.Quindi il messaggio si fa più intenso,ma anche più accorto. Stefania Buccio Gonzato,che professionalmente è anche un architetto (particolare da non dimenticare,in quanto sottolinea le attitudini ad organizzare una costruzione),Nella figurazione delle persone,che in lei è prevalente,utilizza i colori del quadro in termini di manifestazione psicologica,non tanto,o non solo, degli stati d'animo dell'artista ,che però ci sono e trovano adeguati canali di comunicazione,ma di quelli dell'oggetto, della persona figurata,cui vengono conferiti dall'artista stessa.
Arte Italiana Contemporanea 2011
Kiron Espase Parigi
Critico d'arte Bruno Rosada
Per la Gonzato le figure ed il paesaggio smettono di essere una costruzione dell'intelletto e della memoria per diventare espressione di un'emozione pura. Questa artista figurativa moderna, che si riallaccia alle nuove espressioni realistiche americane e inglesi, osserva profondamente la natura umana e i suoi sentimenti per ricrearli sulla tela con colori liberi da ogni formalismo.E' sufficiente osservare una delle tre opere che mi sono capitate sott'occhio: nella prima si tratta di due giovani, un ragazzo bruno e una ragazza bionda, in primissimo piano; in secondo piano una villa e una scalinata fatta di archi; in terzo piano le case di un paese.Sembra la corografia di un film d'amore, che scaturisce dagli sguardi e dagli atteggiamenti dei due giovani. La differenza che passa fra il figurativo storico e quello moderno di questa artista sta nel fatto che nel primo tutto è di statica classicit? , mentre nelle opere della Gonzato c'è il dinamismo ottenuto con i colori brillanti, che "bucano" la tela ed escono allo scoperto per narrarci storie di paese, specialmente storie d'amore, come nell'altra opera dove due giovani (lui bruno, lei rossa) sono seduti in primo piano su una panchina ( dietro di loro si intravede anche il lembo di bandiera americana, a stelle e strisce, forse a significare la loro nazionalit? o forse peche poco prima hanno partecipato ad una manifestazione di piazza).Sono opere vive, che raccontano storie piene di fascino, dove gli atteggiamenti delle persone denunciano il loro stato d'animo, come quella ragazza bionda della terza opera, in primo piano, che sorride a qualcuno davanti a lei e, dietro di lei, ancora la vita del paese.Si tratta di opere romantiche che si discostano dagli Impressionisti per la fervida immaginazione e l'accecante luce mediterranea che emanano.Sono momenti fermati come in un 'istantanea fotografica, momenti che entrano nell'intimo dei personaggi, che non sanno trattenere le loro emozioni ed i loro sentimenti.La Gonzato scava nel pensiero dei suoi personaggi e sa raggiungere il cuore, con la ricerca del colore assoluto, che mette in tensione chi osserva.Si potrebbero definire opere "Shizen", termine giapponese che significa "la natura così com'è", un modo di presentare i lavori che evocano bellezza e rispetto, modernità e chiarezza di intenti da parte di chi dipinge con la tecnica attuale e la sensibilità del tempo dei poeti. Le opere di questa artista in definitiva si avvicinano a quelle dei Maestri dell'illustrazione europea, per le loro allegorie enigmatiche e le atmosfere borghesi.I personaggi della Gonzato non faticano a comunicare tra loro e con il prossimo e lo fanno con tutta la malizia dei giovani interpreti, come una telenovela . Il loro romanticismo moderno è in bilico tra fantasia e realtàSiamo certamente di fronte ad una nuova interprete del realismo moderno, con una dialettica del tutto nuova, che si avvicina più al cinema, alla televisione e al fumetto d'autore, come del resto fanno Licktenstein e i suoi seguaci.
Critica di Eraldo Di Vita
Stefania Buccio, uno sguardo chiaro alla realtà presceltaStefania Buccio, artista multidisciplinare si occupa di grafica, pittura e scultura, oltre che di interior design. Creatrice plastica che rivolge uno sguardo chiaro alla realtà da lei scelta, descrivendo situazioni in cui protagonista è la donna, adornata di fiori, bambini e uomini dall'aspetto romantico, elabora un mondo sottile, quasi insolito, che nasce dalla fantasia ma si collega alla realtà nella quale i suoi personaggi vivono e si relazionano. Allo stesso tempo descrive situazioni e scene tradizionali di mestieri ed ambienti oggi scomparsi, focalizzando l'attenzione sull'impronta della composizione con i suoi elementi e dettagli, armonizzando personaggi ed oggetti in architetture studiate, appartenenti all’epoca rievocata nell’opera.Nata a Brescia, si laurea in architettura presso l’università di Venezia con il professor Gino Valle. Comincia ad occuparsi di pittura nei primi anni '70, a Schio (Vicenza). Nelle sue opere grafiche dedica particolare attenzione ai dettagli, descrivendo i personaggi maschili, femminili ed i bambini come parte di un mondo suggestivo e fantasioso, il cui sguardo infantile nasce dalla sua immaginazione e necessità di trasmettere amore e sobrietà in una società sognante. Cattura scene di vita di diversi paesi, sensazioni di viaggi, di genti che esistono e non, di personaggi nati all’improvviso le cui azioni nascondono un certo mistero.Nelle sue incisioni risalta l’inserimento del colore nel disegno, per conferire una studiata sensazione di realismo, ma spicca anche il suo interesse per il mondo degli angeli, che aggiunge alle scene di vita quotidiana mescolandoli con personaggi innocenti; sono angeli sognanti, che aiutano gli esseri umani ed enfatizzano l’aspetto allegorico della sua produzione artistica. Nella pittura sviluppa un mondo reale, incentrato sulla figura della donna nella quotidianità o come protagonista, fulcro dell’attenzione nella dinamica dell’esistenza, adornandola con fiori o accompagnandola con cappelli multicolori a potenziare la sensualità ed attrazione della realtà riflessa. Da segnalareil suo uso del colore, la speciale integrazione dei toni e nuances cromatiche che circoscrivono e determinano il significato della sua opera.Le sue sculture sono espressive, con personaggi femminili elaborati, in cui importanti sono il volto, l’espressività, la personalità ed il carattere. Sono opere sofisticate, in cui risalta la sua perserveramza nella raffigurazione - soprattutto delle donne. Lavora la materia in modo preciso, dominandola, come dimostra il risultato finale.Per quanto riguarda la sua attività di interior designer, riscontriamo una certa tendenza a prediligere lo spazio senza rinunciare ai dettagli, ma concedendosi qualche licenza a livello degli elementi che intervengono a modificare la sua proposizione iniziale.
Joan Luis Montanè 2012
Forte di una sua personale forza vitale,prorompente per potenza espressiva ed esuberanza di colore,la Buccio Gonzato inizia a dar vita sulla tela a una lunga "galleria" di volti e figure anche famigliari, con colori intensi, assecondando quel personale prepotente bisogno che le" invita" ad esprimersi e a dire; così man mano fissa sulla tela come in una stupenda galleria,una lunga serie di figurazione con le quali man mano illustra e "racconta" le sue osservazioni e riflessioni sulla realtà,rese ancor più vive e profonde delle sue intense emozioni:emozioni e stati d'animo,tristezze e malinconie,ansie e pensieri che si sviluppano in un ampio e colorato ventagliodi sensazioni, significandoora disincantato e tristezza,e a volte anche nostalgia,in un racconto che si dispiega con sincerità, in un libero poetico cantare: immagini che vibrano sulla tela per una loro ricchezza e profonda intensità,filtrate da grande sensibilità.
Come scrivesse un libro di racconti, Stefania Buccio Gonzato descrive tela dopo tela il suo mondo intonato agli affetti familiari. Un paesaggio delle emozioni tutto suo, basato su una introspezione femminile talvolta piacevolmente giocosa che la Buccio Gonzato ci invita a condividere con compassione. Racconta storie di donne, delle loro amicizie, solidarietà, di madri e di figlie e si rivolge ancora e sempre alle donne, invitandole a ricordare la serenità che nasce dai sentimenti più semplici.Alcune donne affacciate ad un balcone consolano una ragazza seduta in mezzo a loro. Tre sorelle agghindate alla moda si stringono davanti ad una chiesa di paese, così tre amiche intorno al tavolino di un caffè mentre una bambina seduta sulle gambe di una di loro ascolta assorta. Sembrano attimi di vita quotidiana al fermo immagine, rubati allo scorrere del tempo. Ogni dettaglio dipinto prende ispirazione dal suo mondo reale. Si riconoscono i volti delle persone care, le sue suggestioni, le sue lezioni. Persino la ripetizione dell’oggetto vaso si spiega con la vita reale, con un corso di ceramica che la pittrice seguì per un certo tempo.Le sue tele tratteggiano con uno stile molto personale, che si rifà da un lato all’illustrazione e dall’altro all’arte naive, realtà amplificate in cui le figure sono sempre in primo piano e sempre ingigantite rispetto al paesaggio e all’architettura che le circondano.La sua esperienza in campo urbanistico-architettonico maturata durante il periodo universitario contribuisce alla costruzione dei suoi soggetti. È soprattutto nelle sue chine su cartoncino, fin dal suo esordio nella pittura nei primi anni ’70, che si ritrova maggiormente un’attenzione all’architettura e alle linee delle prospettive. Quando compaiono nei suoi lavori le prime figure umane, le architetture si fanno più da parte, ma pur diventando sfondi accennati più che esercizi di stili, continuano a dettare il ritmo di molte composizioni. Sono case, edifici, interni o esterni che incorniciano i personaggi e raccontano qualcosa in più della loro storia. La predilezione della Buccio Gonzato per il ritratto e il racconto è soprattutto evidente negli oli su tela. È qui che le figure hanno il predominio della scena. Protagoniste assolute sono quelle femminili. Donne in gruppo o donne sole nell’intimità domestica, donne che stanno camminando per strada o che rivolgono le spalle ad una finestra sul mare, che portano cappelli o tengono bambini in braccio. Pochi dettagli bastano a regalare suggestioni. Spesso è l’artista stessa che si ritrae sulle sue tele, una volta moglie, una volta madre, una volta amica. Le donne della Buccio Gonzato si raccontano con grazia e restituiscono a chi le ascolta un’immediatezza e una freschezza attraenti.
Patrizia Raineri 2013
Forte di una sua personale forza vitale,prorompente per potenza espressiva ed esuberanza di colore,la Buccio Gonzato inizia a dar vita sulla tela a una lunga "galleria" di volti e figure anche famigliari, con colori intensi, assecondando quel personale prepotente bisogno che le" invita" ad esprimersi e a dire; così man mano fissa sulla tela come in una stupenda galleria,una lunga serie di figurazione con le quali man mano illustra e "racconta" le sue osservazioni e riflessioni sulla realtà,rese ancor più vive e profonde delle sue intense emozioni:emozioni e stati d'animo,tristezze e malinconie,ansie e pensieri che si sviluppano in un ampio e colorato ventagliodi sensazioni, significandoora disincantato e tristezza,e a volte anche nostalgia,in un racconto che si dispiega con sincerità, in un libero poetico cantare: immagini che vibrano sulla tela per una loro ricchezza e profonda intensità,filtrate da grande sensibilità.
L'artista bresciana si presenta al pubblico con un tratto tutto "suo",dal timbro ormai inconfondibile.Diplomatasi al Liceo Artistico " Vincenzo Foppa"di Brescia con la guida in particolare dello scultore Lusetti si laurea poi a Venezia in Architettura con il professor Gino Valle, maturando in seguito una preziosa esperienza con gli architetti Albini e Benevolo.Nascono quindi i primi progetti,e tra questi, anche molteplici oggetti artistici in ferro battuto, introdotta in questo campo dal consorte Architetto Gonzato Bruno con il quale collabora nella loro azienda di Malo.(IND.I.A spa).Poi intuibile ,il passo successivo,l'approdo nel mondo dell'arte figurativa,che pratica a Schio( dove vive ed opera).Forte di una sua personale forza,prorompente per potenza vitale espressiva ed esuberanza di colore,la Buccio Gonzato inizia a dar vita alla sua tela a una lunga"galleria"di volti e figure anche famigliari, con colori intesi,assecondando quel personale prepotente bisogno che la "invita"ad esprimersi e a dire;così man mano fissa sulla tela come in una stupenda galleria una lunga serie di figurazioni con le quali man mano illustra e " racconta" le sue osservazioni e riflessioni sulla realtà,rese ancor più vive e profonde dalle sue intense emozioni:emozioni e stati d'animo,tristezze, malinconie,ansie e pensieri che si sviluppano in un ampio colorato ventaglio di sensazioni,significando ora disincanto e tristezza, e a volte anche nostalgia, in un racconto che si dispiega con sincerità, in un libero e poetico cantare:immagini che vibrano sulla tela per una loro ricchezza e profonda intensità,filtrate da grande sensibilità. Un'artista la Buccio Gonzato che canta la realtà del suo mondo che trabocca di sogni e speranze,tra sogno e realtà,i sogni(e forse i rimpianti) del suo mondo di donna suscitando nel lettore altrettante commosse emozioni,indelebili e affascinanti, per la felice colorata vena espressiva di questa "donna"che sa e che riesce così bene a esprimersi sulla tela,nelle sue "elementari" figure e nei volti che parlano direttamente al cuore in maniera delicata e musicale.
SERGIO GENTILINI 2009